Bhaichung Bhutia, capitano della nazionale di calcio dell'India, non porterà la fiaccola olimpica quando essa giungerà nel suo Paese, il 17 aprile. Il giocatore, 31 anni, buddista dello Stato indiano del Sikkim, non lo farà in segno di protesta per la repressione cinese in Tibet. Buthia ha anche detto al quotidiano 'Times of India' di aver spedito una lettera al Comitato olimpico indiano "in segno di solidarietà" con i tibetani.
Se fossi il presidente di una squadra di calcio gli proporrei immediatamente un contratto.
Tra i tanti imbecilli che popolano il mondo del pallone italico, pensando solo al Cayenne, alla prossima velina da trombare e alla griffe da promuovere, farebbe davvero un figurone.
Spero che tanti sportivi, anche quelli ricchi e famosi, seguano il suo esempio.
Ma sarà difficile.....
1 commento:
Io mi auguro che quando la fiaccola arriverà in Italia altri atleti abbiano la forza di fare un gesto di coraggio. Ma doveroso.
Diciamolo: le olimpiadi in Cina sono una vergogna. Un dare visibilità ad un paese dove c'è una dittatuta sanguinaria che non ha esitato a massacrare migliaia di studenti, che non esita a soffocare nel sangue le manifestazioni in Tibet, dove c'è' una giustizia sommaria, dove c'è la pena di morte per chi ruba due volte a fila un pollo, dove non c'è libertà di stampa ne tantomeno di opinione, dove non ci sono partiti o forme di opposizione al Governo eccetera eccetera eccetera.
Come premio per tutto ciò le Olimpiadi. Complimenti al comitato olimpico, davvero. E a tutti quelli che sono daccordo con Pechino 2008.
Gli stessi che rompono i maroni su Cuba.
Ma vaffanculo.
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