sabato 16 agosto 2008

martedì 22 luglio 2008

Il Genio del Texas

"Hanson disse: - Ma ci credete? Due orsi che fottono proprio lì alla televisione ?Eravamo a casa di Hanson a guardare lo special del National Geographic. Hanson e Charlie stavano bevendo un sacco di birra. Leonard se ne stava cullando una tra le mani, e io mi stavo bevendo una Sharp's analcolica. Avevo smesso di bere perché pensavo che fosse stupido e costoso e non molto salutare.La birra, comunque, non urtava la sensibilità di Hanson e Charlie.- Ma davvero, Marve, amico mio, - disse Charlie. - Quegli orsi non sono nemmeno sul set, te lo dico io. Quella scopata tra orsi è registrata su videocassetta o qualcosa del genere. Poi 'sti tizi la riproducono così noi possiamo vedercela. Vedi quegli alberi ? Quell'erba ? Dietro i due innamorati è primavera. Ciò significa che quegli orsi possono essersi fatta la loro scopata uno o due anni fa. In qualsiasi momento, capisci?Hanson non gli stava prestando attenzione. Si versò un altro drink dalla sua lattina di Schilz e disse: - Ma riesci a credere a 'sta merda ? Quand'ero ragazzino, non avrebbero fatto vedere nemmeno due cani che se ne stavano uno dietro l'altro per paura che tu potessi anche solo pensare che quello dietro avesse intenzione di montarsi quello davanti. E adesso, proprio qui, di fronte a Dio e a tutti quanti, due orsi che ballano il mambo.- E l'angolatura di ripresa è pure sexy, in qualche modo, - disse Charlie. - L'unica cosa che ci stiamo perdendo, qui, è un diagramma che ci mostri l'interno del culo della ragazza orsa, così potremmo vedere il cazzo di ragazzo-orso gonfiarsi nodoso. Lo fanno anche loro, credo. Come i cani.Non essendo esperti di cazzi di orsi, non ci azzardammo a rispondere. Non volevamo fare la figura degli stupidi.Gli orsi dello special finirono il mambo, come l'aveva chiamato Hanson. Nessuno dei due si accese una sigaretta, ma sembravano entrambi largamente appagati. La telecamera si dedicò a un tipo vestito in kaki. Stava camminando, e intanto parlava di orsi. A un certo punto, nel bosco si imbattè in una pila di merda di orso e a vederlo si poteva pensare che avesse trovato un bigliettone da cinquanta dollari. Rimescolò un po' la merda con un bastoncino e ci raccontò per filo e per segno della salute dell'orso che l'aveva lasciata. In effetti, ci disse tutto, di quell'orso, tranne il gruppo sanguigno e la misura del cappello. Ero davvero impressionato. Sapevo come seguire le tracce nei boschi, conoscevo la maggior parte delle specie di alberi e di arbusti ed ero in grado di dire qualcosa di sensato sui roditori basandomi sulle loro feci, sempre ammesso che sentissi in me l'urgenza irrefrenabile di rimestare nella loro merda con un bastoncino. Ma quel tizio era davvero notevole. Non aveva fatto altro che guardare un mucchietto di merda d'orso, a mio giudizio, ma ecco che ci vedeva dentro tutte quelle cose.Mi chiesi se si doveva andare all'università per imparare tutta quella roba sulla merda degli orsi.Il programma non era niente male, ma devo ammettere che a un certo punto mi sono rotto. Credo fermamente che la lettura della merda d’orso sia pressoché il limite massimo del mio interesse nei confronti degli orsi in generale, e inoltre mi sentivo a disagio a casa di Hanson."
Joe R. Lansdale - Il mambo degli orsi

Hrvatska




Quello stronzo di un barcaiolo balcanico, con un sorrisetto ironico, gli aveva detto "Tu sali", tenendo pigramente la cima del gommone con la mano sinistra. Big aveva guardato giù dal molo, aveva rapidamente calcolato che il salto era di circa un metro e mezzo, aveva notato il dondolio continuo del gommone, e dopo aver mentalmente smadonnato alle sue fottute vertigini, si era lasciato cadere. Kobe, in braccio a Big, tentava in ogni modo di liberarsi, impaurito dai movimenti della barca. La cosa davvero imbarazzante, però, era stato il comportamento di Tommy, che aveva effettuato il salto senza paura. Vabbè, mollato il boule, Big aveva aiutato Liz a scendere, prendendola al volo come fosse un fuscello, riguadagnando almeno qualche punto nella considerazione di Goran, che aveva finalmente smesso di sogghignare.


La traversata, breve a dire il vero, era stata comunque divertente, con i continui salti tra le onde e gli spruzzi d'acqua. Dopo pochi minuti erano giunti alla spiaggia di Vrženica, davvero fantastica. Erano le 11 del mattino e non c'era nessuno! Goran li fece sbarcare e se ne andò, "io torna prendere alle quattro".


E ora eccoli lì, in quel piccolo angolo di paradiso, con la borsa con i teli e le pinne e la borsa termica con panini, acqua ed una buona provvista di Karlovačko (il fabbisogno medio giornaliero di Big si attestava attorno ai due litri).


Il tempo di sistemare il tutto all'ombra del boschetto retrostante, e via in acqua: verde, turchese, blu profondo, a seconda di come i raggi del sole impattavano sulla superficie calma, in un caleidoscopio di colori. Tomas era felice come solo un bambino può esserlo, Liz rilassata, perfino Kobe cercava di nuotare, senza troppo successo a dire il vero. Big pensò che, in fondo, era un uomo fortunato. Si tolse il costume e lo lanciò sulla spiaggia deserta.

venerdì 11 luglio 2008

Il Grosso e il Piccoletto


Steve ha pensato che i cappellini del quartiere Castro di San Francisco fossero quanto di meglio si potesse portare come souvenir alla magica coppia Big/Galletto.
In effetti, come si può notare, i due portano con raro stile i cappellini "Castro Village".
P.S.
Per chi non lo sapesse, Castro è il quartiere gay di Frisco...........

mercoledì 9 luglio 2008

Frase dell'anno

"A me non me ne frega niente della vita sessuale di Berlusconi ma tu non puoi mettere alle Pari opportunità una che sta lì perché t’ha succhiato l’uccello, non la puoi mettere da nessuna parte ma in particolare non la puoi mettere alle Pari opportunità perché è uno sfregio." (Sabina Guzzanti)

venerdì 20 giugno 2008

Auguri

Domani Stevo si sposa. Un abbraccio forte a lui e a Federica.
Credo che la canzone dei Doors che ho messo rappresenti bene quello che Stevo e Federica si prometteranno domani :
"...Now, I'm gonna love you Till the heavens stop the rain I'm gonna love you Till the stars fall from the sky for you and I..."

The Doors - Touch Me

sabato 14 giugno 2008

Fango e Miele


"La grande tradizione del garage-rock di Seattle e` forse culminata nei Mudhoney, i suoi massimi esponenti nell'era del grunge." (P. Scaruffi)

Io partirei da qui per recensire l'ultima fatica del gruppo di Mark Arm, a mio avviso tra le band più sottovalutate degli ultimi vent'anni, letteralmente schiacciati prima dai Nirvana e poi dai Pearl Jam, per finire poi dimenticati assieme al grunge.

Io, al contrario, ritengo i primi quattro dischi del quartetto di Seattle (Superfuzz Bigmuff, Mudhoney, Every good boy deserves fudge e Piece of cake) assolutamente strepitosi, ancorchè seguiti nel tempo da episodi altalenanti.

Ora, dopo vent'anni di carriera, "The Lucky Ones" suona come un ritorno alle origini, carico di energia come ai bei tempi. Il primo brano, "I'm Now", è paradigmatico: " the past makes no sense / the future looks tense", sbraita Mark Arm, chiarendo subito che i ragazzi sono vivi e vegeti e non si apprestano ad una operazione di revival. Steve Turner fa ruggire la sua chitarra, lanciandosi in un paio di cavalcate da paura ("Next Time", "What's This Thing " ). Splendida anche la canzone che da il titolo all'album, tirata alla grande.

Per me, almeno fino ad ora, disco dell'anno.