mercoledì 14 maggio 2008

Piagnisteo (ovvero, un altro esempio di stampa indipendente)

Lettera aperta a Alessandro Vocalelli

"Gli interisti potranno andare a Parma, i romanisti non potranno andare a Catania. Con tutto il rispetto di chi deve garantire l'ordine [...] resta chiarissimo dal punto di vista sportivo lo squilibrio che questa decisione può creare". Alessandro Vocalelli (direttore Corriere dello Sport)

Caro Vocalelli, Lei ha ragione. Questo non è un Paese normale. E il giornale che Lei dirige ne è un esempio lampante. Nelle ultime ore rimbalza infatti dalla Capitale l'ennesima polemica montata ad arte. Montata ad arte con un solo scopo, diciamocelo. Quello di infiammare la vigilia di una gara, l'ultima di questo tormentato torneo, che dovrebbe decidere l'assegnazione del titolo. E di far passare l'Inter come la Società che si gioverebbe, ancora una volta, di un qualche trattamento di favore in chiave scudetto. Uno scudetto da ridere, come titolavate voi stessi settimane addietro (naturalmente NON a proposito della rete regolare di Ibrahimovic annullata a Udine con un'Inter in 10 uomini per oltre un'ora o alla rete in off-side di tre metri di Camoranesi o di Rocchi in Lazio-Inter o del rigore concesso al Napoli; questo non è da ridere). Il Suo giornale non manca di cavalcare l'umore della piazza anche questa volta, quindi. Gli interisti potranno andare a Parma: i romanisti non potranno andare a Catania. Certo, detto così suona quantomeno sospetto. Che scandalo! Una decisione assolutamente iniqua. Peccato però che già dallo scorso 21 gennaio, subito dopo la gara d'andata all'Olimpico tra Roma e Catania, l'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive avesse vietato la trasferta dei tifosi giallorossi in Sicilia. Cinque mesi fa, non ieri. E Le ricordiamo il perché: ad alcuni tifosi catanesi era stata riservata, dai romanisti, la solita cordiale ospitalità a base di pugnalate. Ha capito bene: tre tifosi rossazzurri accoltellati nei pressi dello Stadio. Dunque, già a gennaio l'Osservatorio decideva di punire i costumi tanto cari a una parte dei supporters giallorossi. Quelle coltellate che ci permettiamo di ricordarLe, dal momento che non ci pare che il Suo giornale dedichi il necessario spazio in prima pagina a queste deprecabili usanze capitoline. La pregressa rivalità tra le due tifoserie e gli ultimi precedenti (si ricorda un umiliante 7-0 accompagnato da propositi di vendetta) hanno spinto gli organi competenti a estendere la decisione anche alla sfida di Coppa Italia della scorsa settimana. E nessuno ci pare abbia urlato allo scandalo per questo. All'improvviso però, poiché questo non è un paese normale, si decide che l'Osservatorio, il Viminale, il prefetto e il questore dovrebbero sconfessare se stessi, derubricare il profilo di rischio di Catania-Roma, e autorizzare la trasferta dei tifosi romanisti a Catania. Perché "dal punto di vista sportivo" dodici sciarpe e due cori in meno potrebbero alterare gli equilibri della corsa scudetto, chiaro. A conferma della Sua tesi cita in ultimo il caso della imminente finale di Coppa Italia, che si disputerà a Roma e vedrà opposti giallorossi e nerazzurri. Bene, pacatamente Le facciamo notare - forse si era distratto perché questa è soltanto materia sportiva e il suo NON è un giornale sportivo - che Roma sarà campo neutro. Di conseguenza, se l'Olimpico non dovesse esser considerato sufficientemente sicuro, non si darebbe - neanche a titolo di mera provocazione - la possibilità delle "porte chiuse". Si sposterebbe semplicemente la sede. Aggiungiamo che il 24 maggio Julio Cruz non sarà della partita: il giudice sportivo gli ha inflitto 3 giornate di squalifica. Una per ogni Vaffanculo! urlato da Totti in faccia all'arbitro. La salutiamo con viva cordialità sperando di rileggerLa al prossimo avvistamento di Mourinho a Milano alla vigilia di qualche decisiva sfida dell'Inter; o alla prossima intervista/titolone in prima pagina ai giocatori della squadra che sfiderà l'Inter (a proposito: ma l'Atalanta poi si è presentata a Roma? esiste ancora quella simpatica comitiva calcistica bergamasca?); o al prossimo titolone sul rischio combine tra Lazio e Inter in chiave scudetto e Coppa Italia; o alla prossima soap sugli "aiutini" e gli "aiutoni"; o alla prossima intervista agli Elkann in cui si (s)parla sempre e soltanto di Inter. Con molta stima per il lavoro che Lei svolge in modo così egregio.Ne sarà - come uomo e professionista - certamente fiero.
Qualche migliaio di tifosi interisti.
( tratto da http://www.bauscia.splinder.com/ )

1 commento:

Big ha detto...

Due anni fa. Inseguimento al vertice tra Juventus e Milan. È lotta scudetto tra i rossoneri, che inseguono a sole tre lunghezze, e una Juventus affaticata che viene da cinque pareggi consecutivi e perde costantemente terreno. Deve assolutamente tornare al successo. E arriva, provvidenziale, la sfida col Siena alla 36.ma giornata. I toscani, che con Messina e Reggina (la quale incontrerà gli juventini all'ultima giornata di quello stesso campionato...) sono "chiacchierati" per la loro "vicinanza" all'universo moggiano, mostrano alcune caratteristiche che a un osservatore mediamente attento saltano subito all'occhio. Schierano, tra gli altri, quei Molinaro e Legrottaglie che oggi difendono la porta di Buffon; la giovane promessa Matteo Paro (che è in comproprietà tra Juventus e l'altra "società amica"... il Genoa del "chiacchierato" Preziosi); hanno un allenatore in quota GEA, Luigi De Canio, che oggi lavora per Giraudo e Briatore al Queens Park Rangers in Inghilterra. Chiaro no? La Juventus ha bisogno di tornare a vincere: 3 punti sono oro colato per una squadra affaticata che sente sul collo il fiato di un Milan che appare in crescendo nel finale di torneo. E a Siena tutto si svolge secondo copione. Dopo il fischio iniziale dell'arbitro i gobbi si portano in vantaggio di 3 goal in appena 8 minuti: Vieira al 3', Trezeguet al 5', Mutu all'8'. Questa è una piccola lezione di storia per chi ha la memoria corta.